Lettori fissi

venerdì 14 luglio 2017

Recensione: Le sorelle


Titolo: Le sorelle

 
Autore: Claire Douglas

Casa Editrice: Nord

Genere: Letteratura nordica

Anno pubblicazione:  9 Giugno 2016


Pagine: 333
 
Genere: Gialli e Thriller



 
 
La vede ovunque: al tavolino di un bar, alla fermata dell’autobus,
 
 al supermercato. Ogni volta, per un istante Abi dimentica
 
l’incidente, dimentica che sua sorella Lucy sia morta, dimentica il
 
dolore che la consuma da oltre un anno. E, ogni volta, Abi rimane
 
 inevitabilmente delusa. Ha tagliato i ponti con la famiglia, si è
 
isolata dagli amici e si è trasferita in un’altra città, nella speranza
 
di cominciare una nuova vita, però è stato inutile: nessuno
 
dovrebbe mai sopravvivere alla propria gemella.
 
 
 
Bath è il luogo ideale per ricominciare a vivere; Abi ci crede, si
 sforza di crederlo. In realtà, di vivere non ne ha molta voglia.
 
"Per un secondo chiudo gli occhi e penso a com’era un tempo la
 mia vita: il trambusto di Londra, il lavoro che amavo, tutte le feste
piene di lustrini e gli eventi glamour cui partecipavamo grazie al
 fatto che Nia lavorava come PR nel campo della moda, Lucy e
 Luke, Callum..."
 
Ha distrutto la propria vita e quella di sua sorella, che rivede ogni
 volta in cui si guarda allo specchio. Per lei ha smesso di lavorare
 costantemente, si è allontanata dal suo mondo e cerca di
 mantenere quel minimo di lucidità che le possa permettere di non
 commettere lo stesso sbaglio fatto in passato, in un momento di
 estrema debolezza che le ha lasciato sul corpo profonde cicatrici.
 Quando incontra Bea, sente di aver finalmente trovato la persona
 giusta che le possa permettere di andare avanti. Le ricorda tanto
 la sua amata Lucy, e con lei vuole costruire quello che ha perso
 con la propria gemella.
 
"E allora la osservo, col suo taglio alla moda e con
 l’abbigliamento perfetto, e mi rendo conto che con mia sorella non
 c’entra proprio niente. Lucy era affettuosa, gentile e amorevole e,
 sebbene abbiano in comune una personalità spumeggiante, a
 Beatrice piace controllare le persone, si diverte ad attrarle verso il
 sole per poi spingerle di nuovo nell’ombra."
 
All'inizio il loro rapporto è bellissimo, tanto che, presto, Abi si
 trasferisce a casa della nuova amica. La cosa straordinaria è che
 anche Bea ha un gemello: Ben. Chi meglio di loro potrebbe capire
 cosa si prova a perdere l'altra metà di se stessi?
 
"Ogni volta, le corro incontro, sbracciandomi per attirare la sua
 attenzione, perché in quella frazione di secondo dimentico tutto. In
quel brevissimo istante lei è ancora viva. Poi, però, il ricordo di ciò
 che è accaduto mi travolge e mi sommerge con uno tsunami di
 emozioni. Allora mi rendo conto che non è lei, che non può essere
 lei."

Ma quando si mette di mezzo l'amore, le cose iniziano a cambiare.
 Il rapporto tra i suoi due amici gemelli ha qualcosa di strano sa
 decifrare; spesso, i due sembrano nascondere qualcosa di
importante. D'altra parte, anche lei ha un segreto che deve
 rimanere tale. Abi inizia a provare un pressante senso
 d'inquietudine quando sta con Bea e le sue coinquiline, come se
 volessero tramare qualcosa alle sue spalle, cattivi scherzi, fatti per
 confonderla e farla soffrire. L'unica cosa che potrebbe renderla
 più serena è il rapporto che sta costruendo con Ben, ma anche lui
 pare combattuto tra le sue due donne: una che lo mette in guardia,
l'altra che non vorrebbe lasciarlo andare. Abi inizia a dubitare
della propria capacita di giudizio, forse per colpa dei farmaci che
prende; e quando parla di alcuni strani episodi, tutti iniziano ad
 aspettare una sua imminente ricaduta. Perché la fragile psiche di
 Abi le fa vedere un'aura malvagia nelle persone che la circondano.
 Deve solo capire se chi detta i suoi timori è l'istinto o la ragione. E
 soprattutto, di chi deve avere veramente paura.
 Risultati immagini per immagini di solitudine
La prima cosa che sento, leggendo questo romanzo, è la sensazione
 di incompletezza nella protagonista; stato d'animo che si espande,
 in maniera diversa ma persistente a tutta la scrittura e ai
 personaggi;  due sono quelli principali.
 Il personaggio di Abi è complesso, pressato dal fantasma di Lucy
 che sembra oscurarla perché è sempre stata lei quella più in gamba,
 o comunque è quello che sente Abi, ossessionata dal senso di colpa
 per la morte di sua sorella.
Bea è l'incarnazione dell'ambiguità: apparentemente solare e
amorevole, l'ombra scura che è annidata in fondo al suo sguardo la
 rende una figura per la quale si prova un inquietante senso di
 diffidenza. Inizialmente, le due sembrano essere legate in maniera
 profonda, come se si fossero ritrovate dopo tanto tempo ma in
 maniera sottile e subdola, l'autrice instilla il seme della pazzia a
 fare da padrone in tutta la storia. Qualche volta sembra che la
storia non sappia andare avanti, rigirando sempre sulle stesse
 osservazioni; in altre, cammina veloce e dice tanto.
In ogni caso, è una lettura che coinvolge e non dà modo di lasciarla.
 
 
Il doppio POV è decisamente azzeccato, dato che la prima persona
 di Abi riesce a far provare abbastanza distacco da tutti gli altri
 personaggi, narrati in terza, verso i quali si prova diffidenza, paura,
 a volte invidia e rabbia.
 La Douglas manipola abilmente il giudizio del lettore, portandolo a
 schierarsi prima con uno e poi con l'altro protagonista, lasciando
 sempre la porta aperta al dubbio che indica una situazione fuori
 posto,  riposizionata nella propria dimensione solo alla fine.
Lettura affascinante, carica di suspance e phatos, la consiglio a tutti
 
 perchè penso che tutti abbiamo subito un forte dolore che ci
 
colpevolizza  e che tutti abbiamo bisogno di trovare un appiglio per
 
 vivere.
 
Claudia Mameli
 
 

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