Lettori fissi

giovedì 13 luglio 2017

Recensione: Racconto di confine

 
 

Titolo: Racconto di confine
Autore: Alessandro Flora
Editore: StreetLib
Data pubblicazione: 30 Marzo 2017
Pagine: 207
 
 
 
Racconto di confine è un racconto di vita riscattata. Una vita caduta negli abissi della disperazione e della droga e risalita in superficie grazie all’amore per il teatro e la recitazione.
Ma andiamo con calma , abbiate un po’ di pazienza, cari lettori, perché non è facile raccontare “una vita” in breve tempo.
 

Il protagonista vive in una famiglia numerosa e discendenti da un’antica tradizione marinaresca da parte paterna : a partire dal trisavolo, al padre, zii e cugini , tutti marittimi o marinai. Tradizione spezzata da lui e fratelli che non vollero abbracciare
quel duro mestiere che ti porta fuori rotta dalla vita”.
“Un lavoro che forgia duramente gli uomini  e le donne imbarcate sui bastimenti”
Una famiglia perseguitata da lutti e disgrazie; ed è proprio in seguito alla morte di suo fratello che il protagonista precipita nell’abisso della droga, della violenza e del carcere. Agisce nel peggiore dei modi, commette i crimini più efferati  nonostante avesse solo diciassette anni e nonostante il testamento morale lasciato dal fratello prima di morire:
Evitare droga e delinquenza; studiare per costruire un pensiero indipendente; essere onesto ; sognare immaginando cose che un giorno si possono fare”.
Ma cosa può mai capire uno stupido adolescente che voleva giocare con l’ignoto e con la morte e che per molte volte è stato salvato dall’intervento tempestivo di un fratello? Niente..
Finchè un giorno incontra sul suo cammino  il teatro che decreta la sua uscita definitiva dalla tossicodipendenza. Una lunga sfida e una lotta  contro la vita; quella vita che molto spesso lo aveva tradito e atterrato; quella vita che ora cambia nome e diventa  TEATRO, RECITAZIONE.
Ma anche cambiando nome le sfide non mancano. E allora come reagirà il protagonista alle nuove sfide, vincerà mettendo la sua vita al centro del suo mondo o resterà al confine?
 
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 Un libro tutto da leggere e gustare pagina dopo pagina.
Un libro in cui l’autore riesce a mettere il lettore di fronte alle proprie scelte e a riflettere su di esse. Quanti lettori leggendo le pagine di Alessandro non riconosceranno la propria vita , i propri lutti, le proprie emozioni, le proprie rinunce?
Il libro “ Racconto di confine  evidenzia la condizione umana di instabilità sociale ed affettiva. Siamo tutti “al confine” fino al momento di decidere che fare della nostra vita; fino al momento di prendere delle decisioni importanti ed assumerci le nostre responsabilità.
 
 
Racconto di confine” è soprattutto un libro di formazione personale, in quanto l’autore, Alessandro Flora, in qualità di attore teatrale, fonico e assistente di ripresa nelle troupe televisive, per la Rai, Mediaset, Reuters, Cnn, Orf etc, in produzioni di news, documentari, video clip musicali e spot pubblicitari ha sentito l’esigenza di trasmettere in questo libro l’amore per il teatro e per la recitazione in grado di salvarti dalla dispersione e dalla  monotonia che la vita ti costringe a sopportare. Il teatro, la recitazione, la poesia hanno il potere di incanalare le nostre energie verso l'impegno, la collaborazione, la cooperazione che sviluppano pensieri positivi nella mente di ciascuno permettendo di progettare obiettivi da raggiungere.
A fronte di questo e convinto del suo impegno, Alessandro Flora nel 2003 fonda il progetto “Asylums”, il  “Progetto artistico teatrale che ha l'obiettivo di dare forma e sostanza alla cultura degli invisibili, utilizzando il linguaggio delle emozioni come base di partenza comune. Dal 2008 al 2013 organizza laboratori aperti a cittadini svantaggiati.
 
La lettura del libro è scorrevole e gradevole, allietata dalla presenza del  gatto Bebert  che in realtà rappresenta la coscienza del protagonista, tipo il grillo con Pinocchio. Una presenza gradevole all’interno del libro con i suoi rotolamenti sul tappeto, le sue fusa e il suo sdegno al  suono del  citofono e del telefono che interrompono il suo pranzo.
Bello il rapporto che Alessandro ha creato tra il protagonista e il suo gatto:
E tu non ridere Bebert.  Lo trovo un po’ cinico sto gatto tigrato dalla pancia bianca “.
Linguaggio pulito, semplice e consono  a qualsiasi fascia d'età del lettore, privo di volgarità nonostante tratti argomenti forti legati a pestaggi, violenza , tossicodipendenza e spaccio.
Molto bella l’idea di presentare ogni capitolo con una citazione di scrittori e poeti tra cui Alda Merini e De Musset  che ne anticipa l’argomento e prepara il lettore a ciò che sta per leggere.
Libro in linea con la realtà e tutto ciò che la circonda, nato da un intreccio tra testimonianze del passato vissuto da altri, dalla vita dell’autore e dalla sua fantasia. Ma questo può trarvi in inganno, pensando che sia un’autobiografia ( errore che io ho stesso ho commesso) ma non lo è.
E’ piuttosto una “biografia” dello “spazio e tempo da me vissuto, ripensato, rimescolato…” come lo stesso autore, ha affermato.
Ma dopo averlo letto, diventa il racconto del viaggio della nostra vita, un continuo viaggio tra le bellezze e le bruttezze che essa ci offre, un viaggio ai confini della nostra vita.
Consiglio la lettura del libro a tutti: a chi ha voglia di riscattare la propria vita, a chi vuole rialzarsi e a chi non vuole cadere nella spirale della delinquenza.
E allora buon viaggio amici insieme ad Alessandro e al suo stupendo libro, ma ricordate che i “confini” possono essere superati e che per  tutti c’è sempre un’altra possibilità , e poi un’altra e un’altra ancora..
Niente è mai perduto.
Emanuela
 
 

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