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mercoledì 13 settembre 2017

Recensione: Il ponte sulla Drina di Ivo Andric






Titolo: Il ponte sulla Drina titolo originale Na Drini Ćuprija o На Дрини Ћуприја

Autore: Ivo Andric

Genere: romanzo storico

Editore: Oscar Mondadori

Pubblicazione:  1 Edizione originale 1945; ultima edizione 2016







Ivo Andrić, scrittore, poeta e politico bosniaco, è stata una delle maggiori voci della letteratura in lingua serba.
E’ morto nel 1974 a Belgrado, all’età di 82 anni, dopo aver attraversato le due guerre mondiali.
Il suo romanzo, Il ponte sulla Drina, fu scritto nel 1945 e tradotto in italiano per la prima volta nel 1960.
È un libro che racconta la costruzione del ponte sul fiume Drina a Višegrad, al confine tra la Bosnia e la Serbia, da parte dei Turchi nel 1516 e la sua parziale demolizione durante la prima guerra mondiale.
Al centro della narrazione, imponente come un fiume e monumentale come l’epica, gli abitanti descritti con grande vivacità psicologica e caratterizzati in modo approfondito.
Le figure del Guercio, della vedova Lusaka, dei giovani studenti, del pope e dell’imano, le loro storie che inducono alla riflessione, al riso e alla commozione, rimangono a documentare i tempi, il loro mutare come la trasformazione dei valori a cui obbedire, gli umori cangianti della società.
La dimensione temporale accompagna tutta la narrazione ampia e maestosa ( è uno dei libri più importanti che abbia letto); l’autore sviscera le ragioni implicite nel passaggio del Tempo, che lascia la sua significativa scia:

"A coloro che si vantavano della rapidità con cui sbrigavano
 ora i propri affari calcolando il tempo, gli sforzi e il denaro
 risparmiato, rispondeva con acrimonia che l’importante non
 era economizzare più tempo possibile ma cosa fare del
 tempo così risparmiato; se lo si usava male era meglio non
 averlo. Cercava di dimostrare che l’importante per l’uomo
 non era tanto andare veloce ma sapere dove andare e per
 quale ragione e che, di conseguenza, la velocità non
 rappresentava necessariamente un vantaggio".
 
 

  Il villaggio è una realtà multietnica e multi religiosa composta da ebrei, ortodossi, cristiani, musulmani, che convivono in modo pacifico e florido.
 Se le cose umane, effimere, scorressero come il fiume, metafora possente del destino umano, il ponte, risultato della genialità umana, che nel disegno del visir congiungeva le due parti dell’Impero turco, l’Oriente e l’Occidente,  resiste al tempo e alla sorte, è simbolo dell’invulnerabilità  finché non arriva anche in quello sperduto villaggio di periferia la guerra, che smantella la sacralità fino ad allora rispettata da tutti:

"Per tutti gli abitanti della kasaba rappresentava una realtà
 eterna e immutabile, come la terra sulla quale camminavano
 o il cielo sopra le loro teste".

Lo scrittore sa registrare lo spirito dei tempi che si
 susseguono, i sentimenti e gli stati d’animo della gente sia
 nei periodi di crisi che in quelli di floridezza, sa scendere nel
 profondo dell’animo riportando anche i dettagli che, solo
  apparentemente, sono ininfluenti a disegnare l’umanità che
 vive nel villaggio periferico.
 A Višegrad gli eventi della Storia giungono attutiti nel loro
 fragore e, pur tuttavia, provocano conseguenze eclatanti
nelle generazioni degli uomini che lo abitano.
 
"E così sulla porta, in mezzo al cielo, al fiume e alle montagne, una
 generazione dopo l’altra apprendeva a non compiangere oltre
misura ciò che la torbida acqua si portava via. In tutti penetrava la
 spontanea filosofia della cittadina: che la vita è un miracolo
 impenetrabile, perché si consuma e si disfà incessantemente,
 eppure dura e sta salda «come il ponte sulla Drina".
 
Risultati immagini per il ponte sulla drina 1 edizione 1945
 
 

Ho trovato il romanzo un’opera magnifica per disegno e
realizzazione di scrittura, capace di esprimere tutti i toni:
elegiaco, lirico all’interno dell’impostazione epica, che è
 inusuale, rarissimo in un romanzo.
Ci troviamo senza alcun dubbio  davanti a una opera di vera
 letteratura, che parte dalla Storia per analizzare con acume
 straordinario le onde emotive e sentimentali di stagioni
umane, incredibilmente ricche e stimolanti.
Se aveste voglia di  conoscere la letteratura slava, bisognerà
necessariamente passare per Il ponte sulla Drina.

Sarà una traversata impegnativa, ma ne varrà la pena.
 
 
RECENSIONE SCRITTA DA GRAZIA
 PROCINO
 
 
                                                           1 EDIZIONE 1945

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