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venerdì 26 gennaio 2018

Recensione: La gemella sbagliata di Ann Morgan


SCHEDA TECNICA

 

Titolo: La gemella sbagliata
Autore: Ann Morgan
Editore: Piemme
Pagine: 392
Data pubblicazione: 31 Gennaio 2017
Collana: Piemme
Formato: Kindle; cartaceo
 
Valutazione
"E' come se ci fosse una persona imprigionata da qualche parte, lì dentro, una persona vera, ma non riesci mai a vederla perchè ci sono troppi strati di mezzo".
 
 
Ho iniziato la lettura del romanzo “La gemella diversa"di Ann Morgan, come lettura di GDL  che seguo in un gruppo Telegram. Inizialmente ero anche un po’ scettica , a dire il vero.
Il romanzo inizia molto lentamente a delineare la storia; diciamo inizialmente anche un tantino noioso; ma man mano la storia ha iniziato a prendere quota e velocità, trasportandomi in una storia quasi surreale, sentita forse raccontata in modalità "leggenda metropolitana”.
Helen ed Ellie sono due gemelle monozigoti , talmente identiche che anche la madre ha difficoltà a riconoscerle, perciò cercano di vestirsi in maniera diversa, ma soprattutto legare i capelli in modo differente.
 Sono due bimbe allegre anche se con caratteri differenti. Ma il dramma è dietro l’angolo ad attenderle e a metterle a dura prova. Un gioco  che diventa realtà stravolge le loro vite.

Quante volte avete sentito parlare di gemelli che giocano sullo scambio di identità per sfuggire ad una interrogazione o compito in classe? Io tante volte anche se ho sempre pensato si trattasse di “voci di corridoio”.
E’ quello che accade alle nostre gemelle del romanzo, ma, qua il gioco non dura un’ora , ma bensì una vita.

Da questo gioco e da questo scambio, tutta la loro vita viene travolta da uno tsunami di vicissitudini e tragedie.
Un via vai di situazioni imbarazzanti e assurde travolgono la loro vita e di chi sta loro intorno. Un inganno che confonde le loro menti lasciandole orfane di personalità e identità.

Una vita trascorsa a cercare se stesse , ma allo stesso tempo a nascondere se stesse. Ma perché? Cosa può condurre l’ essere umano a rinnegare se stesse e la propria identità?
"Quando a scuola ci chiedono di scrivere una storia , io resto ferma a fissare le righe della pagina bianca, pensando che le parole ingannano. [...] Io penso che lasciare il foglio in bianco sia la cosa migliore che possa fare. Una pagina vuota è molto meglio della confusione che verrebbe fuori dalla mia testa se mi mettessi all'opera".
Questo libro mi ha letteralmente sconvolta.
I temi dominanti sono la disarmonia familiare ; la disattenzione di una madre, troppo attenta a se stessa e troppo assente nella vita delle proprie figlie ; il dolore e l'incapacità di affrontarlo che tatua l'anima di una ferita indelebile. Una lettura che dovrebbe condurre il lettore a riflettere sui rapporti umani e familiari, ma soprattutto a riflettere su se stessi e sull’importanza dell’accettazione del proprio IO.
" Giorni, ore e minuti sono concetti arbitrari, creati solo per scatenare il senso di colpa,per inculcare il senso del dovere , per far si che le persone possano sentirsi sempre in ritardo o inadeguate. Tu non sei abbastanza paziente per sopportare tutto questo: la vita è una cosa troppo incerta, troppo fragile".
Ciò che ha disturbato la mia lettura, e che ha notevolmente influenzato il mio giudizio di valutazione,  sono stati i continui flasback che mi distraevano dalla lettura facendomi perdere il filo e ritornare indietro per capire dove avessi lasciato nel capitolo precedente; i tanti nomi che apparivano e scomparivano; i tanti personaggi non approfonditi e perduti là all’interno delle pagine del romanzo.
Secondo me, l’autrice avrebbe potuto impostare il romanzo in maniera differente tale da mantenere alto il livello di concentrazione e non limitarlo.
Quindi riassumendo: storia iniziata lentamente quasi a livello di noia; nella parte centrale, la storia si delinea e prende quota con ritmo incessante ricco di suspense in grado di regalare al lettore sentimenti quali rabbia, paura, tristezza, per poi ricadere nella noia nella parte finale.
Finale assurdo e privo di significato che non riesco a descrivere e delineare; ha lasciato in me stupore e sdegno. Si sarebbe potuta impegnare un po’ di più, l’ autrice e avere un po’ più di fantasia.


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