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martedì 30 gennaio 2018

Recensione: L'angelo che portava la morte di Eugenio Nascimbeni



SCHEDA TECNICA

 
Titolo: L'angelo che portava la morte
Autore: Eugenio Nascimbeni
Editore: Lettere Animate
Pagine: 189
Pubblicazione: 1 Gennaio 2012
Formato: Kindle; cartaceo
 
Valutazione
 


L’angelo che portava la morte è l’ennesimo libro letto dell' autore Eugenio Nascimbeni ed è quello che a mio dire ho apprezzato di meno.
La storia parla di Giorgio Ferrandi, un affermato scrittore di romanzi gialli che in seguito ad alcune strane notizie riguardanti la casa di riposo Villa Azzurra ricevute dallo stesso direttore e amico Sanna, decide di partire per la Sardegna e andare di persona da sua zia, Angelina, ospite in quella stessa struttura, per assicurarsi che tutto vada bene. Non appena giunto in loco però viene a scoprire tramite Sanna, alcuni inquietanti dettagli in riferimento alla morte di un ospite nonché amica della zia che fanno sospettare ad entrambi l’esistenza di una “accabadora” una figura riguardante la cultura sarda.
“Solo in quel preciso momento si rese conto che tutto era affidato adesso alle sue mani, nella misericordia celeste di cui sentiva il peso. L’attimo così atteso e così terribilmente temuto era dunque arrivato e ormai non ci poteva essere più spazio per un ripensamento o per vari scrupoli di coscienza.
Sant’Anna e Santa Maria insieme sempre andavano e insieme legavano e insieme tagliavano il filo. Così sia tagliato il filo della vita di questa creatura agonizzante.”
Ovviamente come ci si aspetta, sia Giorgio, aiutato da Marika la moglie, che Sanna, indagano per scoprire la verità, fino a giungere al colpo di scena finale come ci si aspetta da ogni buon thriller.
Ho trovato il romanzo a tratti noioso e ammetto che rispetto ad altri dello stesso autore in alcuni punti ho fatto anche fatica a proseguirne la lettura; ma a discolpa dell’autore di cui ne apprezzo molto la scrittura, deve aver giocato l’ambientazione per nulla interessante ai miei occhi.
Ho avuto l'impressione che in alcune parti, soprattutto nei capitoli iniziali,  ci fosse una parte "autobiografica"; come se l’autore prendesse spunto dalla sua stessa vita per descrivere quella di Giorgio e Marika.
Quello che ho apprezzato invece di questo libro è il venir a conoscenza di questa misteriosa "Accabadora", figura di origine sarda.
 Il termine sardo Accabadora, delinea una figura tipicamente femminile che in passato in alcune zone remote della Sardegna, aveva il compito di portare la dolce morte, tramite vari sistemi, ai malati terminali, a coloro cioè che stavano per dire addio alla vita.
La stessa Accabadora infatti veniva chiamata dai parenti stessi, quando quest’ultimi si accorgevano che nulla poteva essere fatto per alleviare le sofferenze del proprio malato. (A questo proposito per chi volesse approfondire la conoscenza di questa figura, può cercare il libro, così come ho fatto io, Accabadora di Michela
Murgia. Libro citato dall’autore stesso.)




Buona lettura a tutti gli amanti del genere giallo/thriller e a tutti coloro che amano approfondire le tradizioni regionali.


Recensione scritta da Valentina Fontan


1 commento:

  1. Non conosco l'autore ma la recensione mi ha incuriosito e penso che andrò a leggere questo romanzo.

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